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CRITERI DI CONGRUENZA DEI TRIANGOLI

22 Giu

Geometria I_j

CRITERI DI CONGRUENZA DEI TRIANGOLI

In geometria, i criteri di congruenza dei triangoli sono un postulato e due teoremi tramite i quali è possibile dimostrare la congruenza fra triangoli, nel caso alcuni loro angoli o lati siano congruenti. I criteri di congruenza sono tre.

Primo criterio

Due triangoli sono congruenti se hanno congruenti due lati e l’angolo compreso tra essi equivalente

Questo criterio va preso come postulatoEuclide, negli Elementi, ne dà una dimostrazione, effettuata tramite il trasporto di segmenti e di angoli (I, 4). Questo metodo, tuttavia, non è valido secondo la matematica moderna, quindi l’intera dimostrazione viene invalidata, come ha fatto notare David Hilbert.[1][2] Esso NON può essere generalizzato nella forma due triangoli sono congruenti se hanno un angolo, uno dei lati ad esso adiacenti e il lato ad esso opposto ordinatamente congruenti, come accade similmente nel secondo criterio. Viene chiamato anche Criterio LAL (Lato-Angolo-Lato).

 

Secondo criterio

Due triangoli sono congruenti se hanno congruenti un lato e i due angoli a esso adiacenti

Se si ammette valido il quinto postulato di Euclide, si può dimostrare che la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre uguale ad un angolo piatto; per questo motivo, se si conoscono due angoli di un triangolo è sempre possibile determinarne il terzo, e quindi il criterio è generalizzabile in: Due triangoli sono congruenti se hanno ordinatamente un lato e due angoli qualsiasi congruenti.

Il secondo criterio (nella sua formulazione originale) è però dimostrabile senza far uso del quinto postulato di Euclide. Per questo i libri di testo sono soliti riportare entrambe le formulazioni, e spesso la seconda (quella che fa uso del teorema sulla somma degli angoli interni di un triangolo) viene detta secondo criterio modificato.

Altri testi, seguendo la linea dimostrativa degli Elementi di Euclide,[3] dimostrano anche un ulteriore criterio, il quale afferma che due triangoli sono congruenti se hanno un lato, uno degli angoli ad esso adiacenti e l’angolo ad esso opposto ordinatamente congruenti. Spesso questa formulazione viene detta quarto criterio di congruenza o generalizzazione del secondo criterio di congruenza.

Viene chiamato anche Criterio ALA (Angolo-Lato-Angolo).

Dimostrazione

Si considerino i triangoli ABC e A’B’C’. Per ipotesi, BC e B’C’ sono congruenti, come gli angoli in B e in B’ e gli angoli in C e in C’.

Ora ammettiamo, per assurdo che i due triangoli non siano congruenti. Allora AB > A’B’ o AB < A’B’. Si consideri il caso in cui AB > A’B’ (sarebbe analogo considerare l’altro caso.) Allora esiste un punto P interno ad AB tale che BP sia congruente ad A’B’.

I triangoli PBC e A’B’C’ avrebbero:

  • PB e A’B’ congruenti;

  • BC e B’C’ congruenti (per ipotesi);

  • Gli angoli in B e in B’ congruenti (sempre per ipotesi);

Così, per il primo criterio, PBC sarebbe congruente ad A’B’C’. Allora l’angolo P \hat{C} B  sarebbe congruente con quello in C’. Ma, per ipotesi, anche  A \hat{C} B  è congruente all’angolo in C’. Così per la proprietà transitiva della congruenza, P \hat{C} B  sarebbe congruente con  A \hat{C} B .

Questo è assurdo: P è interno ad AB, il segmento CP è interno all’angolo  A \hat{C} B , così P \hat{C} B  dovrebbe essere minore di  A \hat{C} B . Non essendo la tesi falsa, essa è vera.

C.V.D.

Generalizzazione

Solo nella geometria di Euclide, è possibile generalizzare il secondo criterio in questa forma: Due triangoli sono congruenti se hanno ordinatamente congruenti due angoli e un lato.

Questo perché nel caso un angolo non fosse adiacente al lato, l’angolo mancante si può facilmente ricavare perché la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre uguale all’angolo piatto e si ricadrebbe così nel secondo criterio.

Terzo criterio

Due triangoli sono congruenti se hanno tutti i lati ordinatamente congruenti

In Elementi I, 8 Euclide dà una dimostrazione di questo teorema utilizzando il movimento rigido. Come avviene per la proposizione I, 4 (primo criterio di congruenza), la dimostrazione euclidea non è valida, ma la matematica moderna si avvale di un’altra dimostrazione per la quale questo criterio non va considerato postulato.

Viene chiamato anche Criterio LLL (Lato-Lato-Lato).

Dimostrazione

Siano ABC, A’B’C’ due triangoli con AB = A’B’, AC = A’C’, BC = B’C’. Si costruisca, nel semipiano creato da AB non contenente C un angolo uguale a quello in A’ e il lato AA” congruente a A’B’ e si tracci la congiungente A”C. Ora i triangoli A’B’C’ e AA”B hanno due lati congruenti, e congruente l’angolo tra essi compreso. Dunque sono congruenti per il primo criterio. In particolare, A’C’=A”C da cui, per la proprietà transitiva, AC=A”C. Si tracci quindi la congiungente AA”. Essendo il triangolo BAA” isoscele (esso ha infatti due lati uguali), gli angoli BA”A e BAA” sono congruenti. Per lo stesso motivo CAA”=CA”A. Ma quindi BA”A+CAA”=BAA+CA”A, perché somme di angoli congruenti. I triangoli ABC e A”BC hanno allora due lati ed un angolo congruenti, quindi sono congruenti per il primo criterio. Ma anche A’B’C’ è congruente ad A”BC, quindi, per la proprietà transitiva, ABC = A’B’C’.

C.V.D

Triangoli rettangoli

Nel caso dei triangoli rettangoli, un angolo è sempre noto: quello retto. In più, grazie al teorema di Pitagora, avendo due lati è sempre possibile determinare il terzo. Di conseguenza, i tre criteri possono essere semplificati:

  • due triangoli rettangoli sono congruenti quando hanno due cateti ordinatamente congruenti

  • due triangoli rettangoli sono congruenti quando hanno uno degli angoli acuti e l’ipotenusa, oppure un cateto, ordinatamente congruenti

  • due triangoli rettangoli sono congruenti quando hanno un cateto e l’ipotenusa ordinatamente congruenti

Occorre tener presente il fatto che, anche se il teorema di Pitagora rende banale l’ultima delle tre affermazioni precedenti, esso non è però necessario ai fini della sua dimostrazione. Per la dimostrazione del teorema di Pitagora sono infatti necessari altri concetti oltre a quello di congruenza, e cioè quello di equivalenza (più precisamente, di equiscomponibilità) oppure quello di similitudine

 
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Pubblicato da su 22 giugno 2011 in TRIANGOLO

 

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